Giuseppe Conte parla delle tensioni con Grillo all’interno del M5s e critica duramente il governo Meloni, accusandolo.
Giuseppe Conte, intervistato durante la trasmissione DiMartedì su La7, ha affrontato due temi centrali: il suo rapporto con Beppe Grillo e la critica al governo di Giorgia Meloni.
Conte ha chiarito che le recenti tensioni con il fondatore del Movimento 5 Stelle non riguardano lui personalmente, ma riflettono un malcontento diffuso all’interno della comunità del M5s. Allo stesso tempo, non ha risparmiato attacchi al governo Meloni, accusandolo di aver realizzato solo una minima parte delle promesse fatte agli italiani durante la campagna elettorale.
Le tensioni interne al M5s: Conte risponde su Grillo
Durante l’intervista, Conte ha minimizzato i recenti scontri con Grillo, dichiarando: «Grillo sta litigando con tutto il Movimento, non con me». Secondo l’ex premier, la situazione attuale riflette un processo di democrazia partecipata in corso all’interno del M5s, in cui la base discute questioni cruciali per il futuro del partito. Conte ha voluto sottolineare che il suo ruolo è limitato in questo contesto e che non è lui a dirigere il processo costituente: «Io non sto toccando palla», ha affermato, evidenziando la volontà di mantenere il dibattito aperto e democratico.
Conte ha inoltre ribadito che il Movimento 5 Stelle resta fermo nella sua posizione progressista, ma ha voluto fare chiarezza sulle future alleanze politiche: «Non rifluiremo sotto l’ala del Pd. È una scelta che non conviene a nessuno». Questo segnale suggerisce che il M5s cercherà di mantenere la propria identità politica, senza subire un appiattimento verso il partito guidato da Elly Schlein.
Meloni e le promesse non mantenute
Oltre alle questioni interne al Movimento, Conte ha rivolto un duro attacco al governo Meloni. Secondo l’ex premier, l’esecutivo avrebbe realizzato solo il 20% delle promesse elettorali: «Non è un governo del cambiamento», ha dichiarato.
Conte ha inoltre accusato Meloni di essersi allineata ai poteri forti, in contrasto con la sua retorica elettorale. Anche sul fronte migratorio, l’ex premier ha criticato il progetto dei centri per i rimpatri in Albania, definendolo un’iniziativa basata su una «ignoranza del diritto», in violazione delle normative europee.